18 Ottobre 2007

“In bilico”
Mostra personale di Mauro Molle
a cura di Francesca Barbi e Serena Dell’Aira


Inaugurazione giovedì 18 ottobre 2007 ore 19.00
orario: 10.00 – 13.30 / 15.00 – 18.00
(la mostra è visitabile il sabato previa prenotazione)


Il centro culturale Micro presenta nei propri spazi di Testaccio a Roma l’esposizione “In bilico”, personale di Mauro Molle, a cura di Francesca Barbi e Serena Dell’Aira, frutto dell’intensa attività creativa degli ultimi anni di questo giovane artista. Un mondo pittorico, quello di Mauro Molle, che trascende la mera rappresentazione della realtà ma anche l’inseguimento di un’artificiosa surrealtà, attraverso la fusione di un universo immaginario con quello della vita vera nel ricercato equilibrio di una dimensione ideale che è il luogo dell’ispirazione creativa.

Lo animano presenze-sagome di un’eredità esperienziale che, travalicando la dimensione soggettiva, incarnano l’intenso travaglio dell’artista nella scelta di una posizione rispetto al mondo non tralasciando il gioioso ascolto della propria natura ludica a cui le direttrici geometriche fanno da linee guida. Oggetti sospesi in un’impalpabile densità aerea, calici di vetro che “galleggiano” nella pasta del colore del fondo; e poi le sue donne, o, meglio, la sua donna, che è una nessuna centomila in un contesto che si recupera e che ritrova la propria matrice più autentica nell’invenzione contemplata della tela. Un universo in bilico, talvolta fragile altre noioso, altre ancora meditativo; una vita quotidiana fatta di oggetti che acquistano una loro autonomia attraverso l’arte.

La coscienza speculativa assume sembianze femminili. Nell’attimo sospeso della dimensione interiore di un non-tempo, questi esseri, corpo nudo della sfera emotiva, oscillano, abili equilibriste sul filo della vita, trovando il luogo privilegiato della propria stabilità nello spazio pittorico, in un mondo cromatico saturo e svuotato di ogni forza di gravità, mondo di raro silenzio e di ascolto dell’anima; non hanno peso corporeo dimorando nella fitta trama dei piani geometrici, coordinate spazio-temporali di un dialogo tra l’interiorità e la sua proiezione nel reale.

Ritraggono l’intensità di un vissuto che tradotto in esperienza esige la riflessione, la contemplazione del sé ed il quesito etico su quale strada imboccare, quale realtà sia la più giusta da costruire intorno all’equilibrio ancora in bilico tra il desiderio e la volontà, tra la propria visione delle cose ed il loro senso profondo, tra la corrente invasiva degli stimoli esterni ed il proprio microcosmo emotivo, tra la macroscopica evidenza dell’incomunicabilità sociale e la pregnante necessità di riscattare la propria profonda umanità in nuovi, alternativi canali di comunicazione.

Anche l’arte traduce quest’ambivalenza: segnando l’ordito di un astrattismo lirico che riflette l’universo personale, l’artista consente l’intessersi di un raffinato dialogo stilistico tra soggetti di matrice figurativa e segni puri che individuano nell’azione emotiva del colore la loro forza, sul solco della tradizione tracciata dai grandi maestri del Novecento, da Mondrian, a Mirò a Klee.


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